Disabilità: un risarcimento da 100 mila euro
Un risarcimento da 100mila euro per aver abbandonato il figlio disabile. E’ la cifra che un padre è stato costretto a risarcire, secondo quanto stabilito da una sentenza del Tribunale di Milano, per aver interrotto i contatti con il figlio disabile.
Il figlio verrà risarcito per la perdita del genitore e per quella che viene definita come “deprivazione della figura paterna”. La sentenza si basa sulla richiesta della madre del ragazzo affetto da una grave paralisi cerebrale. Il padre lo ha riconosciuto ufficialmente all’anagrafe ma non ha più avuto contatti con lui.
La donna ha citato in giudizio il padre del ragazzo per l’adempimento degli obblighi di mantenimento. La condanna a carico dell’uomo riguarda tutte le spese sostenute dalla nascita del figlio alla data del primo versamento ricevuto. In questo computo, inoltre, rientrano anche il risarcimento dei danni patrimoniale e non patrimoniale subiti dal ragazzo a causa della mancanza della figura paterna. Secondo quanto emerso dalla sentenza, il padre ha sempre rifiutato il figlio naturale, decidendo di non contribuire al suo mantenimento e rifiutandosi anche di incontrarlo, fatta eccezione per due occasioni.
Nel caso affrontato, si parla del diritto del figlio ad essere mantenuto, educato ed istruito da entrambi i genitori. Se uno dei due genitori si occupa in prevalenza del figlio disabile, ciò non può compensare l’assenza dell’altro.
L’obbligo di mantenimento dei figli sorge con la loro nascita per il solo fatto di essere stati generati e, normalmente, persiste fino al momento del raggiungimento della loro indipendenza. Nel caso del figlio disabile, l’obbligo di mantenimento non cessa con la maggiore età, ma perdura a tempo indeterminato e può avere di versi livelli di intensità a seconda dello stato di disabilità (nell’ipotesi affrontata dal Tribunale di Milano, ci troviamo di fronte a un ragazzo affetto da una grave paralisi cerebrale) e della sensibilità emotiva del ragazzo.
A questo va aggiunto che un figlio disabile che, eventualmente, lavora o percepisce una pensione di invalidità o un’altra prestazione sociale, resta e resterà sempre una persona bisognosa di assistenza anche economica. Come sempre, spetta al legale valutare ed esaminare ogni singolo caso che è caratterizzato dalle sue peculiarità